Comunicato unitario al Ministro della Difesa. 12 aprile 2023

Signor Ministro,
giunti ormai a quasi un mese dall’incontro avuto con Lei e le autorità politiche e militari di codesto dicastero, nell’ambito del quale - prima di entrare nel merito dei temi proposti alla discussione dal sindacato confederale - si è avuto modo di ascoltare gli impegni assunti e gli intenti manifestati in divenire nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori civili della difesa, spiace essere costretti a prendere atto che per quanto è dato di sapere ancora una volta nulla è realmente cambiato nell’approccio istituzionale alla soluzione delle gravi criticità
rappresentate nella circostanza da FP CGIL CISL FP e UIL PA, tanto meno verso quelle denunce circostanziate e di
stretta attualità sulle quali si era chiesto un pronto e risolutivo intervento.
In particolare:
- Nessun provvedimento e/o indicazione di prospettiva politica che conduca all’elaborazione di un
indispensabile piano straordinario di assunzioni, mentre la gran parte degli Enti della difesa sono prossimi al
collasso;
- Nessuna percorso legislativo avviato per ottenere la restituzione dei 21 milioni di euro sottratti al Fondo
Risorse Decentrate dei lavoratori civili, soldi che servono a pagare le prestazioni ordinarie rese dal personale;
- Nessuna notizia circa la nomina del Direttore generale titolare della direzione generale del personale civile,
ruolo scoperto da quasi 1 anno;
- Nessun miglioramento tangibile nelle relazioni sindacali tra le parti, piuttosto la conferma di un’azione
amministrativa esercitata in maniera unilaterale e in violazione delle vigenti regole contrattuali;
- Nessuna iniziativa adottata, neanche in autotutela, volta a ripristinare la corretta osservanza delle prerogative
sindacali lese dall’Amministrazione della Difesa in spregio alla Carta Costituzionale sui procedimenti disciplinari
avviati nei confronti dei rappresentanti sindacali territoriali e le Rsu dell’Arsenale di Taranto nell’esercizio del
proprio mandato;
- Nessuna indicazione trasmessa alla rappresentanze sindacali del personale, pur ampiamente prevista dalle
norme vigenti e addirittura garantita dal Gabinetto del Ministro fin dallo scorso mese di Luglio 2022, sul nuovo
Decreto di Struttura dell’area Tecnico-Amministrativa. Ciò malgrado le sollecitazioni avanzate direttamente
anche al Segretario Generale della DNA nel corso di una recente riunione, che aveva rassicurato le scriventi e
garantito la corretta informazione. Un difetto di comunicazione spiegabile - a giudizio delle scriventi – con
l’ormai consueto ostracismo palesato nei confronti del Sindacato da una dirigenza di vertice allergica al
confronto, che tende costantemente a svilire il ruolo e la funzione della rappresentanza sindacale del
personale, oltre a non rispettare le regole fissate dal vigente Contratto collettivo nazionale del lavoro,
sull’attività e responsabilità della quale sono in corso valutazioni di ordine legale;
- Nessuna ripresa della discussione sull’attuazione del nuovo ordinamento professionale e sulle progressioni in
deroga fissate dall’art. 18 del vigente CCNL, come pure sulla rielaborazione del nuovo CCNI 2023/2025;
- Nessuna risposta sui tanti temi di primario interesse dei lavoratori civili della difesa più volte sollevati, come
pure sulla gestione delle pratiche del personale, sia di natura amministrativa che contabile, da parte di una
dirigenza di Persociv incapace di rispettarne e garantirne i diritti;
Di contro, invece, privatizzazioni e continue esternalizzazioni dei servizi finora garantiti dal personale civile
della Difesa, fra le quali si segnalano, solo per rimanere alle più recenti:
- Le procedure avviate per la cessione del Museo di La Spezia, pianificate senza il preventivo confronto con
le rappresentanze sindacali territoriali, o l’esternalizzazione dei servizi di vigilanza del “Comprensorio
Lagora” e dell’Ammiragliato di La Spezia. Segnali che preludono, nell’arco di un biennio, alla chiusura di
una base di grande rilevanza strategica, mentre continuano ad essere ignorati gli appelli lanciati dal
sindacato confederale per assicurare adeguati investimenti infrastrutturali e occupazionali;
- Le procedure avviate per la esternalizzazione delle reti e dei servizi elettrici all’Arsenale di Augusta;
- Le procedure avviate - senza alcuna informazione alle OO.SS. a nessun livello, per l’esternalizzazione della
gestione del Museo Storico dell’Aeronautica di Vigna di Valle;
- Le denunce dei lavoratori dell’Accademia di Livorno sulla impossibilità di continuare a garantire le attività
istituzionali affidate per l’assenza di un numero sufficiente di dipendenti civili;
- Le criticità manifestate dai Reparti e dai Poli dell’Esercito, l’impossibilità di assicurare lo svolgimento di tutti
i servizi e le attività da parte dell’Aeronautica e della Marina, perché privi di manodopera civile qualificata
da impiegare;
- I concorsi fantasma, solo e sempre annunciati, ma le cui procedure di fatto non sono ancora partite;
- Le attività poste in essere dalla competente dirigenza all’interno del Decreto di struttura dell’Area Tecnico
Amministrativa per tentare di depotenziare – a giudizio delle scriventi - l’attività formativa interna del
personale civile a vantaggio della gestione privata;
Di fronte ad un simile compromesso scenario, che riguarda il futuro dell’occupazione degli Enti della
Difesa, AID compresa, FP CGIL – CISL FP – UIL PA ritengono del tutto esaurito il tempo dell’attesa costruttiva.
E’ ora di dire basta alle ingiustificabili dilazioni temporali, agli impegni disattesi e alle parole di sola
circostanza pronunciate al cospetto delle rappresentanze sindacali confederali del personale civile della difesa.
Nel confermare, dunque, lo Stato di agitazione in atto del personale civile, sarà cura delle scriventi OO.SS.
rendere pubblicamente note le prossime iniziative di protesta che verranno organizzate con il coinvolgimento dei
lavoratori di tutti gli enti del territorio nazionale per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni democratiche
del paese su quanto sta accadendo al Ministero della difesa, senza escludere a priori anche il possibile ricorso allo
sciopero del personale.

Stampa