“Pur riconoscendo la legittimità del conguaglio fiscale imposto alle retribuzioni, evidenziamo l’inaccettabile situazione venutasi a creare a danno dei lavoratori – specificano le quattro sigle sindacali -, peraltro evitabile se solo fosse stata ascoltata la voce delle rappresentanze sindacali (che da anni denunciano invano i continui problemi nelle buste paga dei dipendenti a causa delle deleterie procedure informatiche centralizzate utilizzate dai diversi organismi preposti). L’Amministrazione della Difesa non solo non ha saputo monitorare quanto stava accadendo per tempo, ma nemmeno si è posta il problema di favorire la rateizzazione delle somme da restituire (che nello specifico ammontano in media a circa 600 euro procapite solo per la mensilità di febbraio, e a cui si aggiungono ulteriori 400 euro per quella di marzo, cifre che finiranno per pesare enormemente sui bilanci familiari dei lavoratori, considerato che si tratta di dipendenti con stipendi che a fatica superano i 1.200/1.300 euro mensili)”.
“Adesso basta, è ora di finirla di giocare sulla pelle di lavoratori che quotidianamente assicurano la funzionalità dei delicatissimi servizi richiesti dalle Forze armate della Difesa senza che i vertici politici del Dicastero, evidentemente troppo distratti da altre questioni, mostrassero un minimo di sensibilità istituzionale” denunciano Fp Cgil, Cisl Fp, Uil pa e Confsal.