Via alla giornata nazionale di protesta il 30 maggio 2019.
Valutata positivamente l’iniziale disponibilità manifestata nelle prime occasioni di incontro, abbiamo atteso per mesi che agli impegni e alle parole più volte spese dal Ministro della Difesa nei confronti dei Suoi dipendenti civili e dei loro bisogni sui tavoli di incontro nazionali, seguissero poi soluzioni e azioni concrete. A maggior ragione se in presenza delle proposte di merito che Cgil Cisl Uil e Confsal Unsa hanno avanzato su taluni rilevanti argomenti. Tuttavia ad oggi, ed è ormai trascorso circa u n anno dal l’ insediamento del vertice
politico , non una delle criticità discusse dalle scriventi OO.SS. con la Ministro Trenta è
stata ancora risolta, tantomeno quella che più di altre continua ad essere giustamente
vissuta dalle lavoratrici e dai lavorator i civili della Difesa come una vera e propria discri-
minazione salariale, in ragione del noto gap economico esistente tra la loro retribuzione
accessoria e quella percepita dai colleghi di pari ruolo e qualifica degli altri Ministeri e
amministrazioni, o a nche quella attribuita alla nutrita componente militare che opera
ormai regolarmente nell’area amministrativa con i dipendenti civili.
Avevamo chiesto di affrontare e risolvere alcune delle priorità individuate che con-
tinuano a mortificare il lavoro, svi lire la professionalità e determinare l’esiguo trattamen-
to economico e previdenziale riservato ai dipendenti civili della difesa.
Ovvero:
Il superamento dei vincoli imposti dalla legge 244/2012;
Un urgente piano straordinario di almeno 5.000 assunzioni n el triennio
2019/2021, da destinare soprattutto all’area tecnico industriale, alla quale vanno
destinati investimenti seri, e il contestuale avvio del progetto di riapertura delle ex
scuole operai, sul quale abbiamo da anni ormai avanzato proposte di rilan cio;
Il recupero del divario economico esistente (certificato attorno al 30% in meno) tra
la retribuzione accessoria attribuita ai lavoratori civili della difesa e quella percepi-
ta dai colleghi impiegati in altri Ministeri e amministrazioni;
Lo sblocco del le progressioni tra le aree funzionali del personale civile, a partire
dal personale della 1^ area, sul quale esiste già bozza di norma concordata che ne
prevede il finanziamento con i fondi non spesi per il blocco decennale imposto alle
assunzioni del per sonale;
La definizione del C.C.N.I. parte normativa;
La risoluzione della problematica del legittimo riconoscimento dei benefici previsti
per i lavori insalubri e polverifici espletati nel corso degli anni;
La ricollocazione su base volontaria in altri Ministeri e/o pubbliche amministra-
zioni del personale ex militare transitato nei ruoli civili dell’A.D.
La risoluzione delle problematiche legate alla pessima gestione delle buste paga
del personale civile, che fa della Difesa un unicum negativo in tutta la P.A.
E’ giunto il momento di dire BASTA alle promesse non mantenute e alle solite dichiarazioni
di disponibilità del Ministro Trenta, l’ultima delle quali ribadita con la lettera
diffusa lo scorso 17 maggio nell’ambito della celebrazione della “Giornata del personale
civile della Difesa”, a cui mai fanno seguito soluzioni concrete.
E’ tempo che il Ministro della Difesa assuma per intero le responsabilità che derivano
dal Suo ruolo istituzionale di fronte ai propri 27.000 dipendenti e alle loro famiglie,
e realizzi senza ulteriore ritardo gli impegni che ha assunto nei loro confronti.
Per quanto ci riguarda, dopo aver già comunicato l’avvio dello stato di agitazione
nazionale dei dipendenti civili dell’A.D., e nelle more della grande manifestazione nazionale
che le categorie hanno programmato per il prossimo 8 Giugno a Roma – nella quale
la vertenza Difesa troverà adeguato spazio e partecipazione - abbiamo ritenuto di organizzare
per il prossimo 30 Maggio assemblee/presidi unitari di protesta nei maggiori
Enti della Difesa e/o sotto tutte le prefetture delle città capoluogo di Provincia/
Regione, alle quali vi invitiamo a partecipare per testimoniare pubblicamente il nostro
fermo dissenso nei confronti dell’inerzia istituzionale fin qui palesata dalla Ministra
Trenta nei confronti del personale civile della Difesa.