di Enti e Comandi, disponendo unilateralmente il rientro generalizzato dei dipendenti senza alcun confronto con le locali rappresentanze sindacali, continuano a disattendere il quadro normativo in materia di sicurezza e prevenzione della pandemia ignorando, altresì, che il richiamato accordo del 24/7/20 ha confermato l’efficacia “dei protocolli e accordi eventualmente sottoscritti nelle singole amministrazioni”, compreso il Protocollo tra A.D. ed OO.SS. del 22 giugno 2020, rimasto spesso largamente disapplicato.
La ripresa della curva ascensionale dei contagi e l’imminente rientro fisico nei luoghi di lavoro di milioni di dipendenti pubblici richiederebbe, invece, un maggior senso responsabilità, adeguato alla circostanza drammatica, nonché provvedimenti uniformi e coordinati tra le FF.AA. I dipendenti civili del Ministero della Difesa si sono, invece, trovati di fronte un quadro differenziato tra personale militare e civile, spesso contrastante, anche con riferimento alla diversa tempistica di esecutività tra Persomil e Persociv la quale, ricordiamo, senza delega può disporre solo per il personale direttamente dipendente, anomalia unica della P.A. Tanto premesso le scriventi OO.SS., nelle more del richiamato incontro con la Delegazione di parte pubblica per l’aggiornamento del Protocollo di sicurezza per i dipendenti civili del Ministero della Difesa, rappresentano la necessità che siano sospese le iniziative unilaterali attualmente in corso, adoperandosi con maggiore incisività affinché:
- Siano immediatamente condivisi in tutti i posti di lavoro i protocolli attualmente in vigore e ne sia verificata l’attuazione;
- Venga avviata in ogni ente, propedeuticamente al rientro in servizio del personale una mappatura di tutte le attività che possono essere svolte in modalità di lavoro agile, rammentando che questo prescinde dagli accordi individuali, contrariamente a quanto avviene in numerosi posti di lavoro;
- Vengano verificate la compatibilità degli ambienti di lavoro, i sistemi di riscaldamento, le condizioni e l’organizzazione di ogni processo o servizio da svolgere in presenza con le misure di prevenzione e tutela della salute e della sicurezza aggiornando e/o integrando i Protocolli e i DVR;
- Siano garantite in particolare tutte le misure di pulizia, igiene e sanificazione degli spazi comuni, quali mense, bar, spogliatoi, docce e servizi igienici;
- Si provveda, con particolare riferimento ai servizi di mensa, qualora non sia possibile o consigliabile la loro riapertura a pieno regime, ad articolare nuovi e più flessibili orari di lavoro (orario multiperiodale o ridotto con rientri pomeridiani), provvedendo all’erogazione del buono pasto;
- Sia predisposta la verifica della condizione dei lavoratori fragili ricercando, ove possibile, il mantenimento dell’esenzione dal lavoro in presenza e valutando, nella ipotesi contraria, una specifica sorveglianza sanitaria comprensiva di soluzioni di tutela e sicurezza, anche ulteriori e maggiori rispetto a quelle individuate per tutti gli altri lavoratori, come previsto dalla circolare n 13 del Ministero del Lavoro e Politiche Sociali e del Ministero della Salute del 4/9/2020 e come, ad es., indicato nella nota operativa dell’ANMA – Associazione Nazionale Medici d’Azienda e Competenti del 18 agosto 2020.
In questa delicata fase, forse ancora più impegnativa delle precedenti, nella quale si dovranno ricercare soluzioni inedite per la convivenza con un virus ancora in gran parte sconosciuto, FP CGIL, CISL FP e UIL PA, nel ribadire che la disponibilità al dialogo deve essere concretamene esercitata e non solo enunciata, confermano la propria ferma funzione di vigilanza, denuncia e attribuzione di responsabilità nei confronti di chiunque adotti comportamenti superficiali, di inadeguata stima dei rischi o si renda protagonista di qualsiasi episodio di elusione o sottovalutazione del complesso articolato quadro normativo esistente sulla materia de quo.