E’ stato finalmente definito il nuovo Protocollo sull’emergenza sanitaria.
Ma è opportuno chiarire che negli incontri precedenti FP CGIL CISL FP e UIL PA non avevano condiviso il testo proposto dall’A.D. sia perché rappresentava un arretramento in tema di prevenzione del contagio, sia per il persistere di violazioni delle norme in tema di igiene e sicurezza da parte di responsabili di Enti per i quali si riteneva necessario introdurre misure sanzionatorie.
Era peraltro necessario, in via preliminare, sciogliere un nodo politico: da un lato il tentativo della delegazione pubblica di applicare le norme, i provvedimenti e le direttive di Governo e P.A. interpretandole in maniera assolutamente restrittiva e, dall’altro, il sindacato confederale che reclamava spazi di tutela attraverso interpretazioni conformi alla norma ma flessibili, con attenzione alle responsabilità e alle diffuse inadempienze.
Nella riunione dello scorso 25 novembre, in particolare, a seguito di un confronto acceso e con toni a volte aspri con parte della delegazione pubblica del Ministero, sono state accolte le proposte avanzate da FP CGIL CISL FP e UIL PA che consentiranno di sottoscrivere nelle prossime ore l’accordo i cui punti salienti sono di seguito riportati:
- il lavoro agile si applicherà anche alle professioni tecniche, attraverso l’avvio di progetti e programmi di formazione, tenuto anche conto dell’assenza delle condizioni di igiene e sicurezza;
- il lavoro agile è obbligatorio e continuativo per i soggetti fragili, per i lavoratori delle c.d. zone rosse non impiegati in attività indifferibili, per i dipendenti disabili ai sensi della legge 104/92 art 3 comma 3 o che siano conviventi con familiari con la medesima disabilità, per i dipendenti immunodepressi o conviventi con persone immunodepresse, per i genitori di figli in quarantena per contatto scolastico ai sensi dell’art 21-bis del dl 104/92;
- al di fuori dei casi precedenti i criteri di priorità per il lavoro agile dovranno tener conto delle condizioni di salute del dipendente e dei familiari, della presenza nel nucleo familiare di figli minori di 14 anni , della distanza tra luogo di lavoro e residenza e del mezzo di trasporto usato;
- il ricorso da una flessibilità straordinaria all’ingresso e all’uscita dai luoghi di lavoro;
- l’avvio di una trattativa vera in tema di istituti giuridici ed economici, compreso il buono pasto, ai lavoratori in lavoro agile;
- l’impegno a valutare l’esigenza che abbiamo più volte prospettato di avviare lo screening epidemiologico per tutti i lavoratori nelle strutture sanitarie della Difesa.
Ma è soprattutto il ruolo delle rappresentanze sindacali di ogni singolo posto di lavoro ad essere valorizzato nel protocollo, costituendo lo strumento con cui realizzare la difesa dei diritti e della salute e sicurezza dei lavoratori.