In riferimento alla circolare in oggetto, riteniamo incomprensibile la decisione assunta da codesta Direzione Generale, che tende a disporre il rientro in servizio e in presenza della stragrande maggioranza delle lavoratrici e dei lavoratori civili della Difesa collocate/i in lavoro agile. Un provvedimento adottto proprio nel momento in cui – stando ai dati allarmanti pubblicati oggi sul corso della pandemia, e ai provvedimenti di contrasto al contagio che stanno per essere assunti dal governo - occorrerebbe invece ispirarsi a maggiore cautela nelle determinazioni assunte sul lavoro agile e sul tema della tutela della salute e della sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori civili
della Difesa, pure in presenza di un quadro normativo mutato, che in ogni caso lascia ampi spazi
di flssibilità e autonomia alle pubbliche amministrazioni.
Una scelta inspiegabile, perché assunta nel pieno dello stato di emergenza sanitaria
nazionale e in violazione del “Protocollo di accordo applicativo per la defiizione delle misure di
prevenzione e la sicurezza dei dipendenti civili del Ministero della Difesa in ordine all’emergenza sanitaria
da “Covid-19” e la defiizione degli assett del lavoro agile”, sottscritt – come certo rammenterà - il 27
novembre dello scorso anno, e tuttra in vigore. In particolare dei punti 19 e 20 dell’accordo,
laddove si stabilisce che “le Parti si impegnano a proseguire con un tavolo permanente a monitorare
l’efficia e ad aggiornare il presente accordo, anche in funzione dell’effttvo andamento epidemiologico sul
territorio nazionale”, e che “saranno attvate le procedure di confronto con le OO.SS., RSU e RLS per
l’attazione in sede locale dei principi del presente protocollo e l’attazione delle relative disposizioni
organizzative costituendo in ogni UU.OO, Comitati per l’applicazione e la verifia delle regole del protocollo
di regolamentazione, con la partecipazione delle OO.SS., delle RSU e degli RLS”.
Altrettnto incomprensibili sono le ragioni che hanno indott ad ignorare quanto inviato
dalle Segreterie Nazionali delle scriventi il 30 aprile u.s. a tutt le Amministrazioni Centrali,
compresa Persociv. In tale nota era espressa una richiesta di convocazione ad horas, prima di
adottre “provvedimenti che modifihino quanto stabilito fi qui sia con proprie determinazioni sia per
efftt di protocolli condivisi con le stesse”.
L’adozione di un provvedimento unilaterale divulgato senza aver convocato le
rappresentanze sindacali inciderà fatalmente sul lavoro, sulla salute e la sicurezza delle lavoratrici
e dei lavoratori civili dell’A.D., scaricandone il peso, o costituendo alibi, sui responsabili di Ente,
che si sentiranno autorizzati a disporre il rientro in servizio di tutt il personale, pur in assenza
delle condizioni necessarie a garantire le misure di prevenzione e protezione da contagio, oltre che
per l’interruzione del sistema di vaccinazione della Difesa.
Altrettnto discutibile la circolare del 29.04.2021 0028851, con la quale sono state date
indicazioni volte a considerare attvità di servizio le assenze dovute all’effttazione del vaccino
anti COVID, unicamente per il personale che ha aderito alla campagna vaccinale della Difesa. Tale
iniziativa non ha tenuto conto, infatt, che il vaccino ha una valenza di protezione sociale oltre che
individuale, che c’è stata una interruzione della campagna vaccinale e che la stessa Difesa non è
stata in grado di assicurare a tutt gli aderenti il vaccino più idoneo, sopratttt ai lavoratori fragili.
La violazione degli obblighi che derivano da accordi sottscritt dall’amministrazione,
come nella circostanza, integrano un vulnus alle relazioni sindacali che richiede almeno un rapido
chiarimento e, quindi, un’urgente convocazione, in assenza della quale saranno assunte le
necessarie iniziative di mobilitazione.