Davvero inopportune e fuorvianti le dichiarazioni del ministro Fornero, che con fervore degno di miglior causa si augura di veder crescere la possibilità di licenziare i lavoratori pubblici.
Inopportune perché intervengono a pochi giorni dalla positiva conclusione di un’intesa fra il Governo (di cui crediamo anche la Fornero faccia parte) e i sindacati, avente per obiettivo proprio la crescita di qualità dei pubblici servizi, mettendo al centro produttività e merito.
E’ un’intesa che dovrebbe essere valorizzata prima di tutto da chi, come il Governo, l’ha sottoscritta: non ci pare che le dichiarazioni del ministro Fornero vadano in questa direzione.
Fuorvianti, perché accreditano l’idea che nel pubblico impiego non esista la possibilità di licenziamento, che la normativa già prevede in termini chiari, nascondendo invece il fatto che da anni l’area del lavoro pubblico è stata oggetto di una drastica riduzione.
Fatichiamo a comprendere le ragioni di un intervento così fuori luogo, proprio nel momento in cui il lavoro che manca dovrebbe rappresentare la prima e fondamentale preoccupazione di un ministro del welfare.
E’ soprattutto urgente che si chiarisca, al più presto, quale sia la linea del governo in tema di lavoro pubblico: se quella dell’intesa sottoscritta l’11 maggio scorso, o quella inutilmente acre che traspare dalle dichiarazioni del ministro Fornero, che certo non favoriscono un positivo avvio del percorso di rinnovamento indicato dall’intesa, nè aiutano a stabilire l’indispensabile clima di convergenza e impegno di tutte le parti.