“Un nuovo perimetro per il settore pubblico? Sì, ma con meno poltrone e meno appalti pubblici” questo il commento dei segretari generali Giovanni Faverin (Cisl Fp) e Francesco Scrima (Cisl Scuola) alle dichiarazioni del viceministro dell’Economia che ha annunciato oggi una fase due della lotta agli sprechi nel quadro della spending review: “E’ giusto ridisegnare il modello di welfare, rendendolo più efficiente e più vicino ai cittadini. Ma per farlo occorre investire nella conoscenza, nelle competenze e nel capitale umano. Che poi vogliono dire anche sostegno all’economica e alla crescita”.
“La revisione della spesa e la necessaria riorganizzazione degli enti pubblici e della scuola passano da una riduzione dei livelli politici, dall’abbattimento dei costi per gli organi di vertice, da un taglio delle consulenze e del sottobosco dei governi centrale e locali” sottolineano i due leader di categoria della Cisl. “Alcune azioni in questo senso sono state messe in atto, ma c’è ancora molto da fare. Di certo bisogna superare il criterio dei tagli lineari e dirigere le cesoie verso gli sprechi che si annidano negli appalti pubblici, nei troppi organismi di spartizione del potere, nei troppi consigli di amministrazione di società controllate e partecipate. La parola d’ordine deve essere trasparenza e controllo sociale sulla spesa”.
“E non è un problema di suddivisione di funzioni tra pubblico e privato, e nemmeno di consegnare al privato pezzi di pubblico. Non serve ritirare in ballo il tema ideologico del confronto stato-mercato: non aiuta a risolvere il problema della produttività e della competitività del sistema. Il punto è l’integrazione dei ruoli nel nuovo modello di welfare: a contare sono il livello dei servizi al cittadino e all’impresa, la sostenibilità della spesa e la capacità di generare sviluppo”.