In occasione della Festa della donna ci sembra utile offrire alcuni spunti di riflessione in chiave europea.
Come procede il cammino della Ue verso la parità di genere nella vita sociale, nell’istruzione, nel lavoro? In che modo lo promuovono le istituzioni comunitarie, i governi nazionali, le parti sociali? Che volto ha la crisi vista con un’ottica di genere, in grado cioè di distinguerne il diverso impatto sugli uomini e sulle donne? Quali risultati sono stati raggiunti, quali restano da raggiungere? Perché a tutt’oggi le donne guadagnano in media il 16% in meno degli uomini? Quale valutazione di questa situazione dà l’Ocse, quale invece il sindacato europeo, e quali indicazioni ne trae a sua volta per rendere il fattore "genere" una parte integrante della sua azione e della sua stessa organizzazione?
E ancora: cosa hanno fatto gli altri paesi europei in tema di congedi parentali, di orari flessibili, di valutazione imparziale del lavoro, di superamento degli stereotipi e degli "steccati" che condizionano diversamente le scelte di ragazzi e ragazze negli studi e nelle professioni, di individuazione e correzione delle cause del divario retributivo? Il dossier allegato fornisce una panoramica delle iniziative e degli strumenti messi in campo dai ventisette Paesi Ue per monitorare e promuovere questo necessario percorso di maturazione economica, sociale e civile del nostro continente.
Insieme al dossier abbiamo pensato ad una immagine: quella di una bambina che si avvia a diventare donna. Per ricordare quanta energia, quanto potenziale c’è nelle donne che può far crescere la società, arricchirla e ravvivarla, restituirle la capacità e la voglia di progettare il suo domani come un bambino (o una bambina!) immagina come vuole essere “da grande”: ma ha bisogno di trovare nel mondo intorno a sé le strade aperte, gli strumenti, le opportunità per trasformare il suo sogno in impegno, e l’impegno in risultato.
Per ricordare, anche, che quello della completa parità tra uomini e donne è un cammino che abbiamo iniziato e in parte percorso ma non ancora compiuto, che la nostra società – in questo come in tanti altri aspetti - deve ancora crescere molto per diventare veramente “matura”. E che mai come oggi può farlo solo unendo le capacità, le forze e le speranze di tutti gli uomini e di tutte le donne.