L’esigenza di unità politica, di coesione sociale e di responsabilità, posta a suggello del precedente congresso, vale oggi come allora. Con questo richiamo Raffaele Bonanni ha inaugurato ieri pomeriggio a Roma i lavori del XVII congresso confederale della Cisl.
La sola risposta alla sfiducia nei confronti di politica e istituzioni dipende dall’efficacia dell’azione del governo e dai risultati che saprà realizzare in tema di lavoro e crescita. Certo le scelte necessarie vanno fatte a livello non solo nazionale: anche la politica europea deve ritrovare governanti capaci di una visione e di un progetto politico. Nel frattempo però, le risorse per gli interventi urgenti vanno trovate all’interno del bilancio attuale, con scelte coraggiose che non possono essere calate dall’alto ma devono essere condivise.
“Se il Governo pensa ad un “decreto del fare”, noi rispondiamo: bene. Ma facciamolo insieme!” incalza Bonanni all’indirizzo del premier Enrico Letta, presente in platea insieme a numerosi ministri tra cui anche quello della Pubblica amministrazione Giampiero D’Alia. “Anche per scongiurare gravi errori, come più volte è accaduto in questi anni. Ad iniziare dal mercato del lavoro, sul quale il governo deve esercitare una saggia funzione di indirizzo e di coordinamento, lasciando però alle parti sociali ed alla contrattazione la regolazione autonoma delle materie del lavoro, proprio per evitare il lievitare di posizioni ideologiche, presenti nella stessa maggioranza, che oggi risulterebbero “tossiche” nei confronti del lavoro italiano. Basta con questo “bipolarismo” esasperato anche sui temi del lavoro”.
Con il recente accordo sulla rappresentanza, ricorda il segretario, le parti sociali unitariamente hanno dato forma ad un nuovo assetto delle relazioni industriali, che valorizza le scelte di fondo per cui la Cisl si è spesa: ossia quelle volte a potenziare la contrattazione aziendale, per rendere possibile un maggior coinvolgimento dei lavoratori nella vita delle aziende. Lo sviluppo della democrazia economica rimane “la frontiera ideale e concreta” della Cisl, che chiede perciò di riprendere il filo della discussione sull’art. 46 della Costituzione interrotta con la fine della scorsa legislatura. Ma occorre fare ancora un passo avanti: innescare attraverso la contrattazione decentrata un rapporto positivo tra produttività e retribuzioni.
Compito del governo è però intervenire sull’altro fronte critico, quello fiscale. In cima alle priorità la Cisl pone infatti ancora una volta lo “choc fiscale positivo”, tema che tornerà con forza al centro della grande manifestazione unitaria con Cgil e Uil del prossimo 22 giugno. Bonanni al riguardo è perentorio: “La situazione economica è al limite del collasso. Bisogna ridurre le tasse sui redditi da lavoro e pensione. Ma anche alle imprese che investono e assumono i giovani e i disoccupati. Dobbiamo farlo subito, per dare una spinta forte all’economia, ai consumi, agli investimenti."
Senza aspettarsi che ogni impulso positivo venga dall’Europa e da una maggiore flessibilità nei confronti del nostro paese e del suo bilancio, e senza nemmeno creare una partita di giro ai danni dei lavoratori, togliendo con una mano (con l’aumento delle tasse locali) quello che si dà con l’altra, bensì combattendo piaghe storiche come criminalità ed evasione fiscale, tassando di più i grandi patrimoni finanziari e immobiliari e mettendo a valore quello del demanio. Bonanni esorta a “non rassegnarsi all’illegalità e all’inefficienza”, a cominciare da quella che consiste nell’impiego della spesa pubblica per alimentare la corruzione.
Molto lo spazio che, in questo contesto, la relazione di Bonanni dà alle questioni che riguardano spesa pubblica e lavoro pubblico. La prima deve essere revisionata e reindirizzata verso nuove priorità, ma – ammonisce il segretario - “nel pieno rispetto dei dipendenti pubblici”. E’ intollerabile negare perfino l’indennità di vacanza contrattuale, quando già gli stipendi pubblici hanno perduto l’8% del potere d’acquisto. Come è intollerabile che i dirigenti, anche quelli incapaci, siano strapagati rispetto ai loro dipendenti. Come lo è il fatto che, a fronte di un 60% della spesa pubblica gestito dalle amministrazioni locali, si continuino a tollerare differenze ingiustificate nel prezzo di beni e servizi anziché allinearli agli standard Consip. Come lo sono le chiacchiere in cui si è risolto finora il tema dell’innovazione nella p.a., che significa investire nel potenziamento delle competenze, nell’aggiornamento degli strumenti di lavoro, nella contrattazione di ente. Per questo Bonanni rivolge due esortazioni molto chiare al governo e al ministro D’Alia: arrivare quanto prima all’applicazione effettiva e generalizzata dell’articolo 16, per destinare al secondo livello almeno la metà delle risorse recuperate dalla lotta agli sprechi, ed estendere anche al settore pubblico l’accordo sulla produttività. A cui se ne aggiunge una terza: dare risposte ai precari della pubblica amministrazione e della scuola.
“Vogliamo una Italia pulita, onesta, rinnovata nelle istituzioni, dove ogni persona di qualsiasi provenienza, colore, convinzione ed identità, abbia le stesse opportunità, gli stessi diritti e gli stessi doveri. Vogliamo un’Italia dove i giovani possano vivere e contribuire alla sua crescita”. Bisogna tornare a misurarsi con i problemi reali delle persone, conclude Bonanni, e con il grande tema della partecipazione. Il modello che la Cisl sostiene resta quello della democrazia parlamentare, ma aperta alla valorizzazione dei corpi sociali. Lo Stato deve essere efficiente; ma nelle società moderne complesse la sussidiarietà deve avere pari dignità come forma di autogoverno, per valorizzare appieno il potenziale delle persone là dove non possono arrivare le istituzioni. Anche nel welfare, da poggiare di meno sugli strumenti monetari e di più sui servizi alle persone e alle famiglie, le misure di conciliazione, lo sviluppo della bilateralità.
Al cuore del congresso, ricorda poi il segretario, ci sarà anche il cambiamento che sta avvenendo all’interno della Cisl, delle sue categorie e delle sue articolazioni territoriali. Con una direzione più snella, più donne e più delegati di base negli organismi direttivi, più condivisione di informazioni e sviluppo delle competenze, più organismi intermedi protagonisti delle decisioni.
Un nuovo modello sindacale, autonomo e capillarmente radicato, per portare linfa ad una nuova economia e anche ad una nuova politica.
Testo integrale della relazione di Raffaele Bonanni: http://www.cisl.it/Sito.nsf/Documenti/5C77E786B5FAACC1C1257B880051DA55/$File/relazione.pdf