Il tema del lavoro deve tornare al centro delle scelte politiche ed economiche. È il messaggio che i sindacati confederali porteranno in piazza domani a Roma, nella grande manifestazione unitaria posta non a caso sotto lo slogan “Lavoro è democrazia”.
Investimenti, redistribuzione del reddito e ripresa dei consumi sono essenziali per arrestare la caduta del sistema produttivo, creare nuove opportunità di lavoro e riprendere la strada di una crescita inclusiva e sostenibile. L’accordo sulla rappresentanza siglato con Confindustria ha reso tangibile la volontà delle parti sociali di cooperare in questo senso e lanciare un segnale forte e chiaro alle istituzioni e alla politica: bisogna agire insieme e subito, risolvendo anzitutto le emergenze che riguardano il rifinanziamento della cassa integrazione e la salvaguardia degli esodati, e mettendo mano nello stesso tempo a provvedimenti di lungo respiro sui fronti del fisco, della spesa pubblica, del welfare, della politica industriale e - non da ultimo - della pubblica amministrazione.
Lo “choc fiscale positivo” auspicato da Raffaele Bonanni al congresso della Cisl deve portare una consistente riduzione delle tasse a beneficio dei lavoratori dipendenti, dei pensionati e delle imprese che faranno assunzioni nel prossimo biennio, destinando a tale scopo le risorse che verranno da un’efficace lotta all’evasione fiscale.
La pubblica amministrazione va ammodernata e semplificata, non però attraverso iniqui e inefficaci tagli lineari, bensì con una riorganizzazione che ne rafforzi l’efficacia. Un sostegno fondamentale alla crescita deve venire dagli investimenti nella scuola pubblica, nell’università, nella ricerca, nell’innovazione: per questo non è pensabile depauperare il capitale umano dei settori pubblici ma occorre conservarlo e valorizzarlo, anzitutto prorogando i contratti precari in scadenza nella p.a. e nella scuola. Vanno tagliati con decisione tutti gli sprechi e i privilegi che non sono compatibili con l’efficienza e la buona amministrazione, riordinato l’assetto istituzionale ed amministrativo del Paese, e sfrondate legislazioni concorrenti e formalità inutili che rallentano le decisioni.
E ancora, i sindacati chiederanno di proseguire nel solco del primo provvedimento per il pagamento dei crediti alle imprese da parte delle p.a., permettendo ai Comuni che hanno risorse di fare investimenti fuori dal patto di stabilità; definire una politica industriale che rilanci le produzioni, valorizzando le imprese che investono in innovazione e ricerca e che salvaguardano l'occupazione e le competenze; ricostituire fondi e strumenti adeguati per il sostegno alla non autosufficienza e il contrasto alla povertà; esonerare dal versamento dell'Imu i possessori di un’unica abitazione che non superi un valore-limite; correggere le iniquità della legge Fornero in materia di pensioni.