Fermo restando il giudizio critico espresso dalla Cisl Fp sulla legge di revisione dello strumento militare (infatti come di consueto, si tratta, di tagli lineari per far cassa e non di una vera riorganizzazione per efficientare i servizi erogati, che possano eliminare privilegi, spese improduttive ed eventuali sprechi), osserviamo che si tratta di due schemi di decreti legislativi che, una volta approvati, andranno ad incidere in modo importante, per i prossimi dodici anni, sull’assetto organizzativo delle strutture centrali e periferiche della Difesa e, di conseguenza, sull’organizzazione dei servizi e del lavoro, nonché sugli effetti che gli stessi avranno per il personale militare e civile e per questo, nel poco tempo avuto a disposizione per l’esame e la discussione dei provvedimenti, la Cisl Fp si è impegnata in tutte le sedi affinché non venisse persa l’occasione per iniziare una “vera” riforma del Ministero della Difesa.
Il percorso di esame delle ipotesi di decreti attuativi della legge 244/2012 è iniziato con l’incontro con il Ministro della Difesa, on. Mario Mauro tenutosi in data 18 luglio u.s. nel corso del quale è stata consegnata la prima stesura dei provvedimenti.
Fin da subito è stato evidente che essi non interpretavano la riorganizzazione delineando l’evoluzione del “sistema Difesa italiano” in relazione al nuovo quadro geopolitico, sprecando quindi l’occasione di razionalizzare e contestualmente aggiornare/ammodernare il Dicastero.
Contrariamente, erano strutturati a salvaguardia dello status e dei privilegi economici, ordinamentali e logistici del personale militare con l’indicazione di tagli o ridimensionamenti strutturali “lineari” di dubbia efficacia e con tutele pressoché nulle per il personale civile.
A tutto ciò si aggiungeva l’assenza di un “piano industriale” capace di eliminare anacronistici privilegi, spese improduttive, diseconomie e sprechi, teso a efficientare e valorizzare i propri settori di riconosciuta eccellenza e le peculiari professionalità interne,
Fin da subito abbiamo chiesto al sen. Mauro un congruo periodo di tempo per sviluppare il confronto sindacale, prima della presentazione degli schemi di decreti e/o nel corso dell’iter di definizione in quanto ritenevamo che una vera riforma del Ministero della Difesa avrebbe dovuto avere come base di partenza una chiara separazione di compiti e funzioni finalizzata a far sì che il personale militare svolga esclusivamente compiti di natura militare, mentre il personale civile gli aspetti tecnico-logistici-amministrativi; inoltre, prevedere la valorizzazione, in termini di assunzioni ed investimenti, di tutti gli Enti con potenzialità produttive delle FF.AA. quali gli enti dell’Area industriale delle tre FF.AA.
Pertanto abbiamo rappresentato che a fronte di una riforma così importante, che per certi versi si poteva definire epocale, ritenevamo imprescindibili i seguenti punti:
a) la previsione della destinazione di una parte dei risparmi all'incremento del Fondo Produttività;
b) distinzione precisa ed inderogabile dei compiti del personale militare e personale civile (vds. Riforma Andreatta);
c) la previsione là dove si parla di riorganizzazioni/soppressioni etc. del confronto con le OO.SS;
d) chiarire in modo esplicito che il transito dei militari nei ruoli civili deve avvenire nell'ambito delle carenze organiche;
e) la previsione per ogni militare che eventualmente transita nel ruolo civile dell'assegnazione al F.U.A. dell'intera quota comprensiva della parte fissa e variabile dell'analogo fondo previsto per il personale militare percepito nell'anno antecedente al transito;
f) dare contenuto alla riforma quantificando le risorse assegnate per la formazione, investimenti nell'area industriale;
g) così come previsto con la legge 135 del 2012 (spending review), prevedere l' introduzione, per l’intero periodo di vigenza della riforma, ossia fino all’anno 2025, della possibilità di ricorrere ai pensionamenti con la normativa ante legge Fornero, per coloro che maturano i relativi requisiti,.
h) estendere al personale civile le norme di garanzia come l'esonero anticipato così come previste per i militari;
i) prevedere la mobilità verso altre Amministrazioni Pubbliche concordata con la Funzione Pubblica;
j) l) definire la nuova tabella di equiparazione per il transito del personale militare nei ruoli civili.
Il confronto, che si è sviluppato in sede tecnica dal 23 al 25 luglio ed in sede politica nella giornata di ieri ed ha visto la ferma posizione del sindacato e della Cisl Fp in particolare, ha prodotto un risultato positivo con l’impegno del ministro ad aprire, nel mese di settembre, un tavolo nazionale sulla riorganizzazione complessiva della Difesa e con l’inserimento negli schemi di decreto di tutte le nostre richieste oltre alla previsione di destinazione di parte dei risparmi allo sviluppo dell’area tecnico-industriale ed ai piani di formazione.