«Pur di non toccare certe categorie protette, come al solito si gira il conto ai dipendenti del pubblico impiego». Giovanni Faverin, segretario della Cisl Funzione pubblica è sul piede di guerra. «I contratti sono bloccati dal 2009, gli statali hanno rinunciato a 11 miliardi di incremento contrattuale e la spesa pubblica non è diminuita. A questo si aggiunge lo stop al turn over con ben 400 mila dipendenti che non sono stati sostituiti. Un blocco delle assunzioni che sta togliendo opportunità di impiego ai giovani laureati».
Cosa vi aspettavate dal governo? Ci sono problemi di bilancio.
«Siccome anche questo governo non riesce a tagliare gli enti inutili che sono soltanto un bacino clientelare per dare poltrone agli amici della politica, ecco che va a colpire i dipendenti pubblici. Perché non si mettono le mani nei centri di acquisto? Il governo ha forse paura di tagliare gli sprechi?»
Qualcosa è stato fatto con il bonus degli 80 euro.
«Gli 80 euro sono una misura importante e interessante, ma volevamo che fosse strutturale e invece non si sa se sarà confermata per il prossimo anno. Ci aspettavamo poi una modifica delle aliquote Irpef e invece nulla. Ciò che poi viene dato con una mano e ad una platea ristretta di persone, viene tolta con l’altra. Mi riferisco alle tasse sulla casa e alla revisione degli estimi catastali. Non ci si può quindi stupire se a fronte del bonus da 80 euro i consumi non siano aumentati».
Ci saranno conseguenze sulle pensioni dal blocco dei contratti?
«È ovvio che gli statali perdendo 5 mila euro di mancati contratti avranno anche una pensione più bassa».
Ci sarà uno sciopero?
«Sono già partite le mobilitazioni sui posti di lavoro».