La Legge 31 dicembre 2012, n. 244, cioè la delega al Governo per la revisione dello strumento
militare, fissa obiettivi ambiziosi:
1. efficacia e sostenibilità del sistema Difesa;
2. revisione delle spese;
3. operatività e integrabilità dello strumento militare in contesti internazionali;
4. assolvimento dei compiti istituzionali delle forze armate.
Per questo è decisivo dare attuazione alla norma su“l’attribuzione di funzioni e compiti tecnico-amministrativi al personale civile di livello dirigenziale e non dirigenziale appartenente ai ruoli del Ministero della difesa” prevista dall’art. 1 c. 2 del Decreto legislativo 28 gennaio 2014, n. 33. Per la prima volta si fa infatti riferimento alla distinzione di ruolo tra personale militare e civile, così come avviene in altri paesi europei (Germania e Francia): il personale militare deve svolgere esclusivamente i compiti di natura militare demandando al personale civile le funzioni amministrative, finanziarie logistiche e tecniche. Ora anche in Italia, lo strumento normativo ci permette di rivendicare l’affidamento a dirigenti civili di incarichi di livello generale e non, presso Direzioni Generali ed Uffici Centrali i cui compiti istituzionali sono a spiccata connotazione amministrativa, giuridica o tecnica. Ma soprattutto ci consente di puntare alla valorizzazione del personale civile non dirigente, attraverso l’attribuzione di incarichi amministrativi e tecnici corrispondenti alle specifiche professionalità (così come previsto dal Nuovo Ordinamento Professionale). Incarichi che attualmente sono spesso ricoperti impropriamente da personale militare, con costi pressoché doppi a parità di funzioni. Come sappiamo, nell’ambito del Ministero Difesa convivono attività lavorative molto diverse che spaziano dagli enti di carattere tecnicoproduttivo (Arsenali, Poli di mantenimento ecc.), agli enti di natura logistica e/o amministrativa (Comandi Territoriali, Direzioni Generali, Uffici Centrali ecc.), fino a quelli tipicamente operativi (Brigate, Reggimenti ecc.). Tuttavia, facendo riferimento all’organizzazione interna, molte attività come: la gestione giuridicoamministrativa del personale; l’ufficio legale; la gestione amministrativa dell’ente; il servizio prevenzione e protezione; le segreterie; l’ufficio informatico; l’ufficio relazioni con il pubblico. richiedono specifiche professionalità, e devono essere necessariamente svolte da personale civile. Così come deve avvenire in altri servizi. È il caso degli Uffici Documentali, inseriti all’interno delle unità organizzative dei Comandi Militari dell’Esercito (CME), che hanno funzioni
esclusivamente burocraticoamministrative: lì sono indispensabili le competenze dei lavoratori civili della Difesa. Allo stesso modo, negli Ospedali militari e nei
Poliambulatori, nati dalla soppressione di alcuni Dipartimenti Militari di Medicina Legale, il core business sono i servizi di medicina, sanitari, tecnici e di assistenza: anche qui deve essere il personale civile a svolgere il lavoro. E poi ci sono compiti – siano essi direttivi, di coordinamento o esecutivi - che i dipendenti civili sono in grado si svolgere al meglio, in relazione alla loro professionalità con carattere di continuità: contabilità e bilanci (gestione finanziaria e
patrimoniale); attività contrattuali e appalti; attività lavorative connesse a infrastrutture e demanio (es. Geniodife); attività ispettive; gestione documentale
(anche militare); formazione del personale (su cui la Difesa deve continuare ad avere autonomia); informazione e relazioni esterne; attività connesse alla manutenzione delle strutture; servizi di vigilanza. Ma non è tutto: nell’Area Industriale e Logistica di Aeronautica, Esercito e Marina, sono da attribuire al
personale civile le funzioni e i compiti che riguardano le attività di produzione, manutenzione e vigilanza. nell’Agenzia Industrie Difesa che vede competere sul libero mercato le varie Unità produttive, è necessario affidare la direzione ad un management civile con specifica formazione tecnica.