“Nuove regole per nuovi contratti. E’ il cambio di passo che volevamo e che abbiamo ottenuto grazie alla mobilitazione coraggiosa e determinata di milioni di lavoratori pubblici. Abbiamo firmato un accordo sul pubblico impiego per una nuova stagione dei servizi pubblici, con i lavoratori per i cittadini. La maratona del lavoro pubblico continua”, così Giovanni Faverin, segretario generale della Cisl Fp, dopo la firma dell’accordo sul lavoro pubblico sottoscritto oggi da Cgil Cisl e Uil con il Governo.
“L’accordo ci apre una strada nuova e impegnativa verso il riconoscimento professionale dei lavoratori pubblici. E verso un rinnovo di contratto con risorse per tutti, da aumentare nella contrattazione di posto di lavoro”, rimarca Faverin. “Ma non solo. Con la firma di oggi abbiamo cambiato le regole del gioco: da qui in avanti, come nel privato, saranno le parti a decidere le materie da regolare con la contrattazione. Vale a dire meno legge e più contratti per dare più valore alle competenze dei lavoratori anche nell’innovazione organizzativa che serve ai nostri enti”.
“I lavoratori pubblici conteranno di più e saranno il motore della Pa 4.0”, prosegue il segretario della Funzione pubblica Cisl, “Si darà un impulso vero alla partecipazione e al coinvolgimento cognitivo e motivazionale nei posti di lavoro. Cioè alla leva che spinge il cambiamento nel modo di lavorare e di organizzare i servizi a cittadini e imprese. Noi lo sosteniamo da tempo, ora anche il governo ha preso un impegno preciso con tutti i lavoratori pubblici”.
“E poi l’accordo sancisce un’altra grande conquista”, sottolinea Faverin, “Non solo saranno superate fasce e pagelle e sarà data voce ai lavoratori nella riforma della Pa, ma si apre la strada a welfare aziendale, decontribuzione dei premi di produttività e incentivo alla previdenza complementare anche nel pubblico impiego”.
“Con questo accordo si rimettono al centro le persone”, conclude il segretario generale della Cisl Fp, “L’impegno del governo è chiaro: investire nelle professionalità e nelle competenze, con meno gerarchia, meno precariato, più formazione, più benessere organizzativo, più lavoro agile, più attenzione a chi può rendere davvero innovativi i servizi alle comunità”.
01 Dic2016