Firmato il protocollo per il rinnovo delle rappresentanze sindacali unitarie.
La Cisl Fp: “Al voto entro marzo 2012, con più poteri alle Rsu”.
Il calendario seguirà il percorso indicato dalla Cisl.
L’11 aprile è stato sottoscritto presso l’Aran (l’Agenzia per la rappresentanza negoziale nel pubblico impiego) il protocollo di definizione del calendario per il rinnovo delle elezioni RSU.
L’accordo ha recepito quanto la CISL ha da sempre sostenuto, vale a dire l’imprescindibilità di regole chiare e ambiti definiti con esattezza PRIMA di poter procedere al voto. Ma anche la necessità di riconoscere NUOVI POTERI E NUOVE PREROGATIVE alle Rappresentanze per dare nuova linfa alla partecipazione dei lavoratori e alla contrattazione.
Un percorso che la Cisl ha indicato fin dalla scorsa estate, che è stato sancito nell’intesa del 4 febbraio 2011 e che oggi è diventato parte del Protocollo sottoscritto da tutte le organizzazioni sindacali (eccetto Rdb-Cub).
Le elezioni si terranno infatti soltanto dopo la stesura di TRE importanti atti che modificheranno regole ed ambiti:
- l’accordo sulla rivisitazione dell’articolo 19 sulla rappresentatività,
- le modifiche al CCNQ del 1998 sul regolamento delle RSU,
- le modifiche al CCNQ sui comparti.
Secondo quanto previsto dal Protocollo, gli accordi andranno definiti entro il 12 dicembre 2011 e solo da quel momento partiranno le procedure per le elezioni RSU entro i 90 giorni successivi. Mentre in caso di mancato accordo varrà la clausola di garanzia che prevede l’avvio delle procedure dal 19 gennaio 2012 e individua le date di elezione dal 5 al 7 marzo 2012. Così come avevamo chiesto.
D’altra parte la nostra posizione è sempre stata chiara:
Abbiamo sempre detto Sì al rinnovo delle Rsu
- per rappresentare le professioni e il loro ruolo
- per una riorganizzazione vera dei servizi pubblici
- per cambiare la gestione e innovare i servizi al cittadini,
valorizzando il buon lavoro pubblico e diminuendo il peso sui contribuenti
Ma chiedendo prima le nuove regole per definire:
- i nuovi comparti
- un nuovo accordo quadro sulle relazioni sindacali nel pubblico impiego e sulla ripresa della contrattazione.
- Le nuove prerogative delle Rappresentanze
La partecipazione, abbiamo sempre ribadito, è la chiave di volta del cambiamento. E le Rsu sono un momento irrinunciabile di coinvolgimento dei professionisti in forza alle amministrazioni nella riorganizzazione vera dei servizi pubblici, perché costituiscono lo strumento migliore per raccordare le esigenze di chi lavora (le professioni pubbliche) con quelle di chi fruisce dei servizi (i cittadini e le imprese).
Per questo abbiamo sempre sottolineato la centralità e difeso la funzione, anche di fronte a chi, spesso in malafede, ne metteva in dubbio la validità.
Tuttavia in una fase come questa, le Rsu hanno bisogno di essere rilanciate e rinnovate. Proprio a partire da una necessità forte di aggiornare il sistema di welfare e proprio di fronte a quelle riforme che servono al Paese (iniziando da un fisco più equo), è essenziale dare un nuovo riconoscimento e un nuovo protagonismo alle professioni e alla rappresentanza nel pubblico impiego.
Una nuova rappresentanza dei lavoratori e delle professioni ha bisogno di nuove Rsu. Cioè di nuovi rappresentanti unitari eletti con poteri di controllo - rinnovati ed effettivi - da esercitare negli enti, nelle agenzie e nelle aziende pubbliche.
Le prerogative stesse delle Rsu elette nel 2007 sono cosa diversa da quelle che servono oggi. Per questo non è importante solo il voto. Non è importante la sola competizione elettorale o il nuovo mosaico delle sigle. Quanto la rivalutazione della funzione delle rappresentanze che devono recuperare una competenza negoziale anche di controllo sociale sulla spesa e sull’operato degli amministratori pubblici.
Chi voleva il voto senza un nuovo accordo sindacale per dare alle rappresentanze potere, diritto, responsabilità e capacità di essere terminale informativo, contrattuale e propositivo nella stagione della valutazione collegata al lavoro, alle professioni e ai costi standard, porta avanti un’idea di Rsu come mera spartizione elettorale dei lavoratori tra sindacati.
Così non si aiutano le professioni a contare di più nei posti di lavoro. E si confonde la politica con il futuro del sindacato che nel pubblico impiego deve combattere una battaglia professionale, etica e sociale per un rinnovamento del lavoro e del sistema.
La Cisl Fp vuole il voto ed esige l’esercizio di un diritto fondamentale dei lavoratori, ma lo vuole per nuove Rsu. Ecco perché ha scelto il percorso che oggi si va concretizzando: per mettere le rappresentanze in condizione di generare quel decentramento contrattuale e quelle innovazioni che servono ai lavoratori e ai cittadini.