16 Mag2019
Riunione del 15 maggio 2019 con il Ministro della Difesa.
16 Mag2019
Comunicato stampa. Difesa. Sindacati a Trenta, lavoratori stanchi, al via protesta
Roma, 16 maggio - “I lavoratori civili del Ministero della Difesa sono stanchi di assistere al teatrino messo su dal Ministro Trenta. Avviamo quindi da subito iniziative nazionali di protesta”. Ad annunciarlo sono Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Pa e Confsal Unsa, nel sottolineare come: “Ieri sera al dicastero della Difesa è stata nostro malgrado registrata l’ennesima imbarazzante puntata nella quale gli attori protagonisti, dopo mesi di chiacchiere e presunte disponibilità al dialogo che non hanno prodotto alcuna soluzione tangibile agli annosi problemi denunciati dalle rappresentanze sindacali dei lavoratori civili, hanno finalmente gettato la maschera, rivelando la propria reale ed inconsistente natura”.
Per i quattro sindacati, che insieme rappresentano quasi l’85% del personale civile della difesa, “l’aver consapevolmente scelto di caratterizzare, prima di abbandonare nuovamente e per l’ennesima volta i lavori, l’apertura della riunione con un vero e proprio tentativo di forzatura delle regole stabilite dalle norme di legge vigenti e dai contratti collettivi nazionali di lavoro sulla titolarità della rappresentanza sindacale ammessa al tavolo, che per i sindacati è certificata dall’adesione volontaria e dai voti espressi dai lavoratori, cercando addirittura di legittimare e ammettere nella discussione la posizione scritta assunta da presunti componenti di un ignoto comitato in violazione delle più elementari regole democratiche, introducendo ulteriori elementi di divisione tra le parti, costituisce il segno per noi invalicabile di una inadeguatezza istituzionale del Ministro Trenta e che dovrebbe far molto riflettere il Presidente del Consiglio”.
“Abbiamo atteso per quasi un anno che alle parole spesso abusate seguissero i fatti, perché da allora non una delle criticità più volte denunciate dalle rappresentanze sindacali dei lavoratori ad oggi è stata ancora risolta, e sono tante. È tempo che il Ministro della Difesa assuma per intero le responsabilità che derivano dall’esercizio del ruolo istituzionale affidato di fronte ai propri 27.000 dipendenti e alle loro famiglie. Per quanto ci riguarda la misura è colma e, nel dichiarare l’immediato avvio delle stato di agitazione nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori civili della difesa, ci riserviamo di comunicare già a partire dai prossimi giorni le forme di protesta e manifestazione di pubblico dissenso che insieme decideremo di attuare a Roma e su tutto il territorio nazionale”, concludono Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Pa e Confsal Unsa.
02 Mag2019
Cgil Cisl Uil Difesa, no a personale militare nella dirigenza PA. 19 aprile 2019
Ipotesi che, se confermata, provocherebbe immediata reazione
“Apprendiamo che vi sia l’iniziativa di proporre una norma con la quale si intenderebbe modificare il codice di ordinamento militare per favorire il transito di ufficiali (maggiori e tenenti colonnelli) nel ruolo della dirigenza della Pubblica Amministrazione. Se così fosse vi sarebbe un fortissimo rischio di militarizzazione della Pa cui ci opporremmo senz’altro”. Questa la posizione ferma delle segreterie nazionali di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa.
“Sostenere l’idea che militari sempre impiegati in compiti operativi a difesa del paese possano anche assumere ruoli nella dirigenza della Pubblica Amministrazione, per i quali sono necessarie competenze specifiche di altra natura, è un’idea disfunzionale che rischia di non rispondere alle reali esigenze organizzative del dicastero”, spiegano i sindacati. “Senza considerare che una procedura di questo tipo rischierebbe di limitare, di fatto, le posizioni per quel personale civile che già da oggi avrebbe le competenze necessarie a svolgere mansioni dirigenziali”.
“Il rischio è quello di determinare uno stravolgimento dei ruoli della Pa che, così come appare, rischierebbe di subordinare le lavoratrici e i lavoratori della Pubblica Amministrazione alla legge piuttosto che al ccnl vigente – fanno sapere i sindacati -. Per questo ci rivolgiamo al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, al ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, e alle Commissioni della Difesa di Camera e Senato per capire se vi sia un intenzione chiara da parte del governo e del parlamento di agevolare tale misura, che evidentemente, se confermata, provocherebbe l’immediata reazione dei sindacati confederali, Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa”, concludono.
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