"Il Governo deve aprire ai primi di settembre la trattativa per il rinnovo del contratto dei lavoratori pubblici. Ci aspettiamo ora un atto di responsabilità da parte del Ministro della Funzione Pubblica, Madia che farebbe bene a fissare subito la data dell'apertura del confronto per dare un segnale chiaro ai lavoratori pubblici ed al sindacato. Non è più tollerabile rifiutare o ritardare lo sblocco dei contratti pubblici ".
E' l'appello della Segretaria Generale della Cisl, Annamaria Furlan al Governo sulla vicenda dello sblocco dei contratti pubblici. "La Cisl sostiene con grande determinazione la protesta dei lavoratori pubblici che anche oggi hanno rivendicato giustamente il diritto ad un nuovo contratto ed ai giusti aumenti di stipendio dopo sei anni di blocco, dichiarato assolutamente illegittimo nei giorni scorsi dalla Corte Costituzionale. Il sindacato ed i lavoratori pubblici sono pronti a discutere di organizzazione del lavoro, efficienza dei servizi pubblici, innovazione, formazione, risparmi nella pubblica amministrazione, sia a livello centrale sia nelle regioni, per un concreto riordino della macchina statale che veda soprattutto la partecipazione attiva e responsabile dei lavoratori. La riforma del pubblico impiego non si fa dall'alto con le leggi . I cambiamenti necessari nell'apparato pubblico si fanno rinnovando i contratti, discutendo con i sindacati e coinvolgendo i lavoratori nelle scelte proprio per adeguare la pubblica amministrazione ed i servizi alle nuove esigenze delle imprese e della società italiana. Per questo, speriamo che ci sia finalmente un atto di responsabilità del Governo su questi temi".
29 Lug2015
Pa. Furlan: "Madia fissi subito la data dell'apertura del confronto su contratto"
27 Lug2015
Difesa: Cgil Cisl Uil, Libro bianco e riorganizzazione degli Arsenali della Marina, il Ministero ipotizza la privatizzazione e svendita degli stabilimenti industriali della Difesa
“Lo avevamo denunciato non più tardi di una settimana fa e continuano più insistenti le indiscrezioni: lo Stato Maggiore della difesa avrebbe intenzione di bloccare il piano 'Brin' e si preparerebbe a privatizzare gli stabilimenti militari della Marina Militare”. Così Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa in merito alle ipotesi sulla riorganizzazione degli stabilimenti industriali della Marina Militare
“Sarebbe un pesantissimo colpo di spugna - proseguono - sulla re-internalizzazione dei servizi stabilita dalla legge 244/2012 e dai successivi decreti attuativi disposto dal Ministero seguendo i principi inseriti nel libro bianco di recente pubblicazione che, invero, altro non è che un semplice atto di indirizzo interno all'amministrazione, non una legge o un decreto. Se fosse confermata la notizia, nel più completo e assordante silenzio della politica, si arriverebbe non solo alla cessione alle industrie private di importanti asset tuttora patrimonio della Difesa dello Stato italiano, ma addirittura all'inaccettabile assorbimento del relativo personale civile da parte di quelle stesse imprese”.
23 Lug2015
I servizi pubblici non vanno in vacanza, neanche la nostra mobilitazione
Dopo le tre grandi assemblee di inizio luglio, dopo la presentazione delle piattaforme - anche e soprattutto alla luce della sentenza della Corte Costituzionale - la nostra mobilitazione per il rinnovo dei contratti e per una vera e partecipata riforma della Pubblica amministrazione va avanti.
Mercoledì 29 luglio a Roma davanti Palazzo Vidoni, sede del Ministero della Pa, a dispetto del caldo e del clima 'vacanziero', segneremo un nuovo passaggio della mobilitazione contro una riforma sbagliata - che calpesta i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori e che cancella i servizi ai cittadini - e per l'apertura immediata del tavolo per il rinnovo dei contratti pubblici.
Il percorso che abbiamo messo in campo per segnare una svolta e aprire una prospettiva positiva è faticoso e impegnativo, eppure col coinvolgimento di voi tutti, con la passione e con l'orgoglio del lavoro pubblico, le cose stanno cambiando, e possono ancora farlo, in meglio.
Con questa stessa determinazione, con la consapevolezza di essere dalla parte giusta, con la voglia di rivendicare i nostri diritti e garantire ai cittadini i servizi che meritano, andremo avanti con ancora più forza.
Uniti come siamo possiamo generare una grande speranza e produrre un vero cambiamento, contro un governo sordo e cieco al quale faremo capire che non può negarci il diritto al contratto, non può non coinvolgerci in una riforma della Pubblica amministrazione che noi per primi, attraverso la partecipazione e il coinvolgimento di noi tutti, rivendichiamo.
La nostra mobilitazione crescerà. Solo insieme possiamo ottenere ciò che ci spetta e su questa linea continuiamo, avanti finché non l'otterremo.
Mercoledì 29 luglio a Roma davanti Palazzo Vidoni, sede del Ministero della Pa, a dispetto del caldo e del clima 'vacanziero', segneremo un nuovo passaggio della mobilitazione contro una riforma sbagliata - che calpesta i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori e che cancella i servizi ai cittadini - e per l'apertura immediata del tavolo per il rinnovo dei contratti pubblici.
Il percorso che abbiamo messo in campo per segnare una svolta e aprire una prospettiva positiva è faticoso e impegnativo, eppure col coinvolgimento di voi tutti, con la passione e con l'orgoglio del lavoro pubblico, le cose stanno cambiando, e possono ancora farlo, in meglio.
Con questa stessa determinazione, con la consapevolezza di essere dalla parte giusta, con la voglia di rivendicare i nostri diritti e garantire ai cittadini i servizi che meritano, andremo avanti con ancora più forza.
Uniti come siamo possiamo generare una grande speranza e produrre un vero cambiamento, contro un governo sordo e cieco al quale faremo capire che non può negarci il diritto al contratto, non può non coinvolgerci in una riforma della Pubblica amministrazione che noi per primi, attraverso la partecipazione e il coinvolgimento di noi tutti, rivendichiamo.
La nostra mobilitazione crescerà. Solo insieme possiamo ottenere ciò che ci spetta e su questa linea continuiamo, avanti finché non l'otterremo.
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