Gli ultimi dati dell'Istat non fanno che confermare il fallimento del "più grande datore di lavoro del paese" ovvero il Governo, commenta il segretario generale della Cisl Fp Giovanni Faverin. I dati aggiornati diffusi dall'Istituto di statistica certificano infatti che la spesa dello Stato per le retribuzioni dei suoi dipendenti si è ridotta in appena tre anni di quasi 8 miliardi, pari al 4,5%. E se si guarda solo alle retribuzione lorde, cioè al netto dei contributi versati dallo Stato in qualità di datore di lavoro, la flessione è ancora più marcata: meno 5,5% in media, e fino a meno 6,7% per i dipendenti degli enti locali.
Proprio questi ultimi hanno inaugurato sabato scorso la serie di incontri con i cittadini organizzati dalle categorie di Cgil Cisl e Uil, per sensibilizzare l'opinione pubblica sulle ragioni della manifestazione nazionale dell'8 novembre prossimo. Se il blocco dei contratti dovesse continuare anche nel 2015, il danno diventerebbe ancora più ingente. E non solo per i lavoratori. Il paradosso che rende la situazione ancora più inaccettabile, sottolinea ancora Faverin, è che la riduzione del costo del personale "non ha neppure liberato risorse per gli investimenti, con la spesa pubblica comunque in aumento". Insieme alle retribuzioni, dunque, anche la qualità dei servizi rimane al palo. Mancano "competenza e coraggio", conclude il segretario, per rinnovare i contratti in modo che facciano da leva per il miglioramento del "prodotto" servizi pubblici.
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