L’ipotesi annunciata dal ministro della Pa Marianna Madia e ribadita dal presidente del Consiglio
Matteo Renzi di prorogare per tutto il 2015 il blocco della contrattazione, è una conferma della
grave mancanza di coraggio di un governo che, a dispetto delle intenzioni annunciate, prosegue
nel solco della peggiore politica degli ultimi decenni. Ancora una volta infatti, dietro alla scusa
della carenza di risorse, si cerca di nascondere l’incapacità di riqualificare una spesa
pubblica in continua crescita e si tenta di presentare come “necessaria” una misura inaccettabile.
Alla delusione sollevata dai provvedimenti di riforma della Pa, si aggiunge ora l’ipotesi di una
nuova vessazione a carico di lavoratori che hanno già pagato al risanamento un prezzo intollerabile
per la dignità del lavoro e per i bilanci familiari: in cinque anni quasi 5.000 euro di mancati rinnovi, con una
perdita secca del potere d’acquisto che sfiora le due cifre. La verità è che la “rivoluzione” annunciata da questo
governo non è altro che una forma mascheratadi continuismo: nell’assenza di interventi efficaci su sprechi e
spesa improduttiva, nel mantenimento delle troppe posizioni di privilegio, nella debolezza rispetto alle lobby
della spesa e delle poltrone, nel continuo rinvio di una vera politica di revisione della spesa e nella
totale mancanza di un progetto complessivo per la riorganizzazione dei servizi pubblici e il rilancio della
contrattazione.